Oggi pomeriggio su National Geographic Channel guardavo un bellissimo e crudo documentario sui bombardamenti alleati contro la Germania Nazista e mi sono ricordato di quando ero ragazzino e mia nonna mi raccontava dei bombardamenti su Napoli. Mi descriveva le corse nei rifugi e la paura delle bombe. Mi spiegava che avevano imparato a distinguere dal rumore degli aerei se i bombardamenti erano inglesi o americani e mi sono sempre chiesto se fosse vero o semplicemente frutto dell'immaginazione collettiva.
Se una bomba fosse caduta nel posto "sbagliato" oggi non sarei a scrivere questo post. Ma non è questo il punto. Se non fosse stato anche per quelle bombe e per i soldati che poi seguirono, forse per molto tempo ancora non ci saremmo liberati da una dittatura che tanto dolore aveva procurato in Italia, in Grecia, in Jugoslavia ed in Nord-Africa.
Perchè se le bombe e le armi causano sempre ed inevitabilmente vittime innocenti, è tuttavia anche vero che quando si abbassa la guardia e ci si affida a pagliacci che, in divisa o tunica, santificano dai balconi non è più così facile liberarsene e riconquistare la Democrazia.
Confesso di essere davvero molto confuso. Ed ammiro, ed un pò anche li invidio, quelli che hanno così tante certezze; quelli che pensano che c'è sempre un modo migliore; quelli che andrebbero a negoziare con Gheddafi e troverebbero il modo di convincere lui, i suoi figli e la sua corte a fare i bagagli ed, in nome della pace, della giustizia e dell'universalità dei diritti dell'uomo, a rifuggiarsi in un dorato esilio in qualche lontano paradiso tropicale.
Vorrei tanto che avessero ragioni e davvero li invidio. Io invece mi sento solo tanto confuso ed impotente.
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