martedì 21 dicembre 2010

Sinistra

Essere di sinistra è innanzitutto un modo di essere, di osservare il mondo e di sentire, sforzandoci sempre di capire gli altri. Significa non girarsi dall’altra parte e non volerlo neanche fare.
C’è chi ha paura del futuro e rimpiange la società che fu, chi travolto dalla frenesia del presente ha troppo poco tempo per pensare agli altri ed al domani, chi è rassicurato dalla fede che tutte le ingiustizie del mondo saranno riparate dopo la morte e chi è sinceramente convinto di vivere nel migliore e nel più giusto dei mondi possibili dove alla lunga le regole di mercato risolvono ogni tensione e contraddizione. Essere di sinistra significa invece guardare al mondo con ansia di giustizia, comprendere ed infine agire nell’immediatezza dell’oggi per renderlo migliore.
Essere di sinistra è curiosità intellettuale, piacere di confrontarsi con gli altri e  voglia di imparare perché prima di qualsiasi formulazione teorica, politica e mai più dogmatica, esiste una dimensione soggettiva e personale.
Essere di sinistra è innanzitutto un atteggiamento personale verso il mondo e solo in un secondo momento progetto politico perché senza un potente motore ideale non è possibile alcuna strategia o efficace azione politica.

martedì 7 dicembre 2010

Liu Xiaobo

Dopo l'incredibile -ed ancor oggi incomprensibile - conferimento dello scorso anno al presidente Obama quest'anno il premio Nobel per la pace sarà assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo.




E' un atto coraggioso perchè Liu Xiaobo è un pericolosissimo criminale nel suo paese e quel suo paese è il principale partner commerciale dell'Occidente e la panacea di tutte le nostre crisi.
E dobbiamo anche sapere che Liu Xiabo, scrittore e docente universitario, nel suo paese è un pericolosissimo criminale perchè si è macchiato di terribili colpe. Addirittura si è permesso di invocare ripetutamente libere elezioni ed il riconoscimento delle libertà individuali.


Per noi che da anni pretendiamo dai nostri governi occidentali un atteggiamento meno timoroso e titubante nei confronti del governo cinese, l'assegnazione del Nobel a Liu Xiaobo ha rappresentato una vigorosa iniezione di fiducia, la conferma che gli interessi commerciali - seppur legittimi - hanno un limite.


Adesso scopriamo che ben 18 governi hanno annunciato che diserteranno la cerimonia di consegna dei nobel. Sono Russia, Kazhakstan, Colombia, Tunisia, Arabia Saudita, Pakistan, Serbia, Iraq, Iran, Vietnam, Afghanistan, Venezuela, Filippine, Egitto, Sudan, Ucraina, Cuba e Marocco.
Non importa che nessuno di essi sia una Democrazia compiuta. E' un fatto grave perchè è l'ennesima prova di un nuovo emergente ordine mondiale che si sta delineando sempre più nitidamente. Da una parte le nostre "perfettibili" Democrazie occidentali e dall'altra una galassia di modelli autocratici e paternalistici che trova proprio nel gigante cinese il proprio attrattore gravitazionale.


Ricordiamo Liu Xiaobo, difensore anche della nostra Democrazia.

Welfare & Tasse

Anche in un mondo perfetto e senza “attrito” in cui sono magicamente eliminati tutti gli sprechi il Welfare continuerà ad avere costi significativi. I buoni ospedali, le buone scuole ed università, le nuove tecnologie e tutte le cose utili e buone che un Governo può fare per i propri cittadini hanno sempre un prezzo che è tanto maggiore quanto proprio migliore è la qualità dei servizi offerti. Mi piace pensare che cittadini soddisfatti ed orgogliosi delle infrastrutture sociali e civili del proprio paese saranno anche più contenti di contribuirvi. In fondo in una democrazia è giusto che la politica fiscale diventi il cardine del patto sociale, oltre che elettorale, tra cittadini e qualsiasi partito politico che si proponga di governarli. Pensate a quanto sarebbe bello e davvero auspicabile un vero e proprio contratto, trasparente ed esaustivo, in cui si spiegano quante tasse saremmo chiamati a pagare ed a cosa serviranno quei soldi: a pagare quali strutture e servizi, a garantire quali tutele, a costruire quali infrastrutture. Un "patto chiaro per una amicizia lunga", uno “stato patrimoniale” con passività ed attività,  una metrica oggettiva e verificabile per giudicare la bontà dell’azione del governo ed uno strumento di verifica per le opposizioni. Faremmo un salto culturale definitivo da un approccio alla politica privato, individualistico e clientelare ad un metodo più moderno e trasparente.
Non è vero che alla gente non piace pagare le “odiose” tasse. Almeno alla maggioranza della gente. Sono convinto che molto spesso, almeno in Europa, quella che sembra protesta per gli eccessivi livelli di tassazione è piuttosto legittimo dissenso per gli impieghi, gli eccessivi sprechi ed una cattiva amministrazione della cosa pubblica.

giovedì 2 dicembre 2010

Quando la "mano invisibile" va in crisi

In Economia un vecchio concetto, riscoperto di recente, mette in crisi l’accattivante idea di onnipotenza della “mano invisibile” e ci costringe a guardare le cose da una nuova prospettiva, sia a destra quanto a sinistra: le esternalità. Ebbene, che cosa sono? Sono quei costi o benefici di una produzione, vendita o qualunque altra transazione economica che sono a carico di parti terze non direttamente coinvolte nella transazione stessa.



Siamo tutti ormai convinti della forza del mercato nel trovare sempre il miglior equilibrio tra produttori e consumatori ? Se cresce un determinato bisogno, i produttori cercheranno di soddisfarlo per procurarsi un utile e la loro concorrenza porterà a sviluppare migliori soluzioni al minor costo possibile. Cosa succede però quando costi e benefici sono a carico di terzi che non partecipano affatto allo scambio economico tra le parti. Il caso positivo più emblematico e quello della ricerca scientifica. Ad esempio le aziende che si sono trovate a competere per fornire prodotti, materiali e soluzioni per i voli spaziali, hanno dovuto investire fortemente in ricerca e sviluppo e questa concorrenza ha portato in seguito ricadute tecnologiche in altri settori ed ambiti commerciali.
Purtroppo però esistono anche esternalità negative e l'inquinamento, ed in generale l’impatto ambientale, ne rappresentano l’esempio più significativo. Ovviamente siamo sempre alla ricerca di prodotti più belli, più performanti, più piccoli, di maggiore qualità ma soprattutto più economici e le aziende si ingegnano per guadagnarsi la nostra attenzione ed i nostri acquisti. Ma cosa succede quando un’azienda riesce ad abbassare i prezzi con nuovi processi produttivi e nuove tecnologie che però si rivelano altamente inquinanti, poco sicure o rischiose ? Ecco che il consumatore acquista al miglior prezzo possibile ed è contento, il produttore aumenta i volumi e gioisce ma un maggiore costo sociale ricade sulla collettività. Lo stesso capita quando guidiamo, fumiamo o beviamo alcolici. Nel prezzo di mercato non sono direttamente esplicitati e riconosciuti i costi esterni, ad esempio di salute collettiva. 
Se adesso valutiamo il benessere economico complessivo di una società come somma del benessere dei produttori, dei compratori ma anche di tutti i cosiddetti “terzi” allora ci rendiamo conto che la cosiddetta “mano invisibile” non è più davvero così efficiente ed in qualche modo dobbiamo trovare il modo di “aiutarla”.
Per gli ultra-liberisti intransigenti, ai quali noi non apparteniamo, la soluzione è facile e basta creare altrettanti “mercati di esternalità”. E’ la logica dei certificati/diritti di inquinamento. A noi queste soluzioni non piacciono perché essenzialmente siamo contro l’idea di privatizzare e dare una proprietario ad ogni cosa: all’aria che respiriamo; ai profumi, ai rumori ed ai cattivi odori; ai bei paesaggi ed a certe angoscianti visioni.
Se questa non è la strada maestra allora è necessario un intervento “riparatore” ma soprattutto orientatore della Collettività, nella sua forma legale di Stato e Pubblica Amministrazione, per mezzo di tasse sulle esternalità negative ed incentivi sulle esternalità positive.

Approfondimenti  @ Io sono ancora di Sinistra: gli altri, il mondo, domani