martedì 7 dicembre 2010

Welfare & Tasse

Anche in un mondo perfetto e senza “attrito” in cui sono magicamente eliminati tutti gli sprechi il Welfare continuerà ad avere costi significativi. I buoni ospedali, le buone scuole ed università, le nuove tecnologie e tutte le cose utili e buone che un Governo può fare per i propri cittadini hanno sempre un prezzo che è tanto maggiore quanto proprio migliore è la qualità dei servizi offerti. Mi piace pensare che cittadini soddisfatti ed orgogliosi delle infrastrutture sociali e civili del proprio paese saranno anche più contenti di contribuirvi. In fondo in una democrazia è giusto che la politica fiscale diventi il cardine del patto sociale, oltre che elettorale, tra cittadini e qualsiasi partito politico che si proponga di governarli. Pensate a quanto sarebbe bello e davvero auspicabile un vero e proprio contratto, trasparente ed esaustivo, in cui si spiegano quante tasse saremmo chiamati a pagare ed a cosa serviranno quei soldi: a pagare quali strutture e servizi, a garantire quali tutele, a costruire quali infrastrutture. Un "patto chiaro per una amicizia lunga", uno “stato patrimoniale” con passività ed attività,  una metrica oggettiva e verificabile per giudicare la bontà dell’azione del governo ed uno strumento di verifica per le opposizioni. Faremmo un salto culturale definitivo da un approccio alla politica privato, individualistico e clientelare ad un metodo più moderno e trasparente.
Non è vero che alla gente non piace pagare le “odiose” tasse. Almeno alla maggioranza della gente. Sono convinto che molto spesso, almeno in Europa, quella che sembra protesta per gli eccessivi livelli di tassazione è piuttosto legittimo dissenso per gli impieghi, gli eccessivi sprechi ed una cattiva amministrazione della cosa pubblica.

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