martedì 18 gennaio 2011

Ci risiamo

Siamo alle solite e purtroppo ancora stamane sentivo autorevoli esponenti del PDL affermare che il Governo ha i numeri per continuare, la maggioranza si sta allargando, ed è in gioco la stabilità e l'immagine del paese.
E' assolutamente incredibile. Piuttosto che continuare questa lenta, lunga e dolorosa (per il paese) agonia, che Berlusconi getti la spugna e si vada il prima possibile alle elezioni.
Penso che la gran parte degli italiani voglia un Presidente del Consiglio che la notte dorma e la mattina sia pronto e vispo per pensare ai problemi di un Italia ferma da 15 anni. Non ci meritiamo un vecchio stanco, assonnato, preoccupato da mille problemi personali e con un' immagine ormai definitivamente rovinata sia in Italia che all’Estero.


In qualsiasi altro paese civile e democratico sarebbe l’ora delle dimissioni.
In qualsiasi altro paese ma non in Italia dove invece il Ministro della Giustizia in persona va in televisione a condannare un abuso sproporzionato di risorse ed intercettazioni, a discutere della competenza delle indagini e della legittimità dei capi d’accusa.
In qualsiasi altro paese ma non in Italia dove l’onorevole Cicchitto denuncia la persecuzione mediatica proprio di colui che è il monopolista assoluto dei mezzi di informazione.
In qualsiasi altro paese ma non in Italia dove l’onorevole Ghedini, avvocato dell’imputato, è già all’opera per studiare le più opportune contromisure giudiziarie e, se non bastasse, legislative.
Purtroppo in qualsiasi altro paese ma non in Italia dove il padre di una ventiseienne, individuata come probabile compagna segreta del Premier, risponde ai cronisti: “Magari fosse”.

Nelle grandi democrazie occidentali tutto questo non sarebbe tollerabile.
Dopo la seconda guerra mondiale gli inglesi decisero di fare a meno di Winston Churchill. Più tardi Margaret Thatcher alla prima sconfitta elettorale rassegnò le dimissioni e lasciò campo libero ad una nuova generazione. E Tony Blair addirittura abbandonò da Primo Ministro in carica, vincitore delle elezioni ed in pieno controllo del suo governo, perché si era ormai esaurito un ciclo ed era tempo di fare altro.
In Francia persino Charles De Gaulle capì di aver concluso un percorso glorioso e sconfitto in un Referendum si dimise.
Invece c’è qualcuno che vorrebbe convincerci che in Italia non si può fare a meno di Berlusconi. Nonostante i suoi comportamenti, nonostante la debolezza della sua maggioranza parlamentare e nonostante le tante promesse non mantenute in quasi 15 anni ininterrotti di regno.
E di questo forse dovremmo addirittura rallegrarci. La Destra italiana è messa davvero male se, ancora oggi, non è in grado di proporre alcuna seria ed autorevole alternativa a Berlusconi.

Ma è anche ora di porre termine a questa guerra al massacro.
Non ci interessa vedere Berlusconi processato e condannato; non ci interessa l’esito delle vicende giudiziarie; non ci interessa se i comportamenti di Berlusconi siano assimilabili a reati; non ci interessa se abbia pagato delle prostitute o se sia stato di nuovo solo un utilizzatore finale. Ci interessa solo liberarci di questo enorme peso.
Chiediamo, gridiamo, urliamo e reclamiamo elezioni anticipate.
Il ricorso alle urne non deve essere usato come spauracchio ma è la forma più alta di Democrazia.
C'è un Italia che ha ancora fiducia in Berlusconi ? Sarà compito dei partiti guadagnarsi il consenso spiegando alla gente i propri programmi, le proprie idee, progetti e sogni.
Vogliamo finalmente un paese normale.

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