E’ demonizzato; con il suo immenso potere economico e mediatico è considerato una minaccia per la democrazia; per quindici anni ha congelato il nostro paese mentre il resto del pianeta procedeva a folle velocità verso il futuro. Nonostante tutto questo sia indubbiamente vero, il problema della Sinistra non è Berlusconi.
Siamo noi che abbiamo perso punti di riferimento. E così abbiamo lasciato campo libero al grande incantatore, al pifferaio di Hammelin.
E’ evidente che una parte dell’elettorato di Berlusconi ha creduto alle sue promesse ed è sinceramente convinta che sia lui il leader che ci aiuterà a superare le nuove e difficili sfide del XXI secolo. Un’altra parte in cuor suo non gli crede affatto ed anzi spera che assolutamente niente cambi, arroccata e gelosa dei propri privilegi.
I secondi non sono e non saranno mai nostri elettori, ma ai primi invece non siamo stati capaci di spiegare una nostra idea alternativa di futuro.
I secondi non sono e non saranno mai nostri elettori, ma ai primi invece non siamo stati capaci di spiegare una nostra idea alternativa di futuro.
E non c’entrano per niente le televisioni ed i poteri mediatici ed occulti. Nel nostro paese in piena Guerra Fredda, il PCI diventò il più forte partito comunista d’Occidente, quando c’era una sola rete televisiva nazionale e la Chiesa faceva politica sul serio.
Oggi c’è qualcosa che davvero non funziona a sinistra se nel mezzo di una delle peggiori crisi economiche della Storia Moderna siamo al minimo assoluto di consensi. Evidentemente non siamo più in grado di confrontarci e dialogare con la gente. O chissà abbiamo perso noi per primi la speranza e la convinzione nei nostri mezzi e nei nostri valori.
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