Ringrazio il Partito Democratico Busserese per il bell’incontro di venerdì scorso. Finalmente un’occasione “democratica” di confronto per capire e riflettere su quanto è accaduto; comprendere le ragioni che hanno portato ad interrompere bruscamente una lunga esperienza di Sinistra Unitaria ed a creare qualcosa di totalmente nuovo e cioè una alleanza di governo con una Lista Civica con fortissima collocazione “ciellina” e “formigoniana”, qualche spruzzatina di “storacismo” e tendenze molto marcate di “mastellismo”. Ebbene, se la Democrazia è per definizione dialogo, quale migliore occasione di un bel dibattito pubblico, tralaltro arricchito dalla presenza di esponenti rappresentativi del Partito.
Come ho detto nel mio breve intervento ovviamente mi sono ben chiare le ragioni del Sindaco, e di rimando della Giunta. Mi erano invece oscure, fino all’altro giorno, le ragioni del Partito. Ammetto di aver pensato a lungo che quanto stava accadendo a Bussero fosse stata una forzatura locale.
Mi sono dovuto ricredere. E pur ringraziando per la possibilità di porre i miei quesiti, non riesco davvero a ritenermi soddisfatto per le risposte ricevute.
In questi mesi mi sono spesso chiesto se è accettabile che, in nome del programma, le alleanze siano condizionabili da principi di opportunità e spesso di opportunismo politico. Mi sono domandato se c’è distinzione tra ribaltoni buoni e ribaltoni cattivi. Mi sono interrogato se il ricorso alle urne ed al potere assoluto degli elettori, da noi gridato e preteso contro Berlusconi, sia legittimo solo quando favorevoli sono le probabilità di successo.
E badate bene che la mia non è ingenuità. Mi rendo conto benissimo che i Partiti per prosperare hanno bisogno di strutture ed organismi locali e che spesso occorre fare quadrato, serrare i ranghi e “avvitare i bulloni”. Ed altre volte bisogna sperimentare nuove strade, sondare reazioni e mandare messaggi a possibili alleati troppo “scalpitanti” e magari cogliere al volo le opportunità che ci manda il destino.
Forse proprio questa è l’essenza dell’”Ars Politica”. Sono però convinto che un Partito della Sinistra che non aspiri solo a mantenere una decorosa “quota di mercato elettorale” ma che invece voglia governare e cambiare l’Italia debba anche necessariamente recuperare un cuore ed un’anima. Debba saper chiaramente indicare la direzione di viaggio - valori di riferimento e sacrifici necessari – e poi mantenere saldo il timone, anche attraverso le tempeste.
Ovviamente mi è piaciuta molto la metafora dei campanili e della mongolfiera dipinta da Giorgio Sfreddo. E’ assolutamente necessaria una strategia sovra-comunale per un coordinamento del Partito e delle Amministrazioni sui grandi temi dell’Ambiente, del Lavoro e dello Sviluppo, della Viabilità e del Sistema Sanitario (“Guardare il territorio da una mongolfiera e non dai campanili dei singoli paesi”). Un’immagine affascinante ma stavolta, con tutto il rispetto, si è fatto esattamente l’opposto: ci si è preoccupati di mantenere, a tutti i costi, una bandierina su un campanile. A costo di nomine “spartitocratiche” (come quella del candidato sindaco perdente Barlassina a segretario generale del Comune) e di comportamenti davvero poco eleganti (consigli comunali indetti alle 17:00 dei giorni lavorativi).
Sempre da Sfreddo ho finalmente avuto conferma che questa alleanza è espressione di una grande strategia che guarda molto avanti. Fino al 2019. E questo mi sembra davvero molto ambizioso, tanto da far impallidire anche i piani quinquennali di Lenin. Nelle società moderne così altamente interconnesse ed in un mondo che cambia sempre più velocemente e nel quale ci hanno ormai mostrato come il battito d’ali di una farfalla in Giappone possa produrre un uragano in Messico, mi sembra una prospettiva davvero molto ottimistica. Quanti battiti d’ali da qui al 2019….
Ecco, l’altra sera mi rendo conto di essere stato particolarmente provocatorio quando ho parlato di un PCI (Partito Comunista Italiano) che ritorna alla fine di un percorso ventennale ad essere PCI (ma stavolta Partito Cinico Italiano). La mia è una sincera ed onesta preoccupazione e spero davvero di sbagliarmi.
Intanto da questo partito scendo. In realtà mi sembra quasi più di essere stato buttato fuori. E se poi vale davvero quello che ho sentito affermare da Cornelli – che chi scende non può più pensare di risalire – va bene uguale. Me ne faccio una ragione. Aspetterò fiducioso che qualcosa di meglio si prospetti all’orizzonte. Perchè qualcosa deve accadere prima o poi. Perché questa nostra Italia ha davvero tanto bisogno di cambiare e non basta soltanto liberarsi FINALMENTE di Berlusconi.
Voglio qui ricordare agli smemorati amici ( ahimé dire compagni mi suona male anche per i nostri attuali dirigenti di partito loacali e metropolitani ) cosa disse l’ultimo Segretario Nazionale dei DS Piero Fassino nel suo intervento conclusivo all’ultimo Congresso di Firenze che diede il via alla costituzione del PD, era il 21 Aprile del 2007:
RispondiElimina<< Diamo il via alla costituzione del Partito Democratico…….. un soggetto politico “non moderato o centrista bensì progressista, riformista e riformatore”. In questo modo i valori storici della sinistra si incontreranno con “l’alfabeto del nuovo secolo: cittadinanza, diritti, laicità, innovazione, integrazione, merito, multiculturalità, pari opportunità, sicurezza, sostenibilità, sopranazionalità. Inoltre, “vogliamo un partito laico, capace di riconoscere ed ascoltare ogni cultura e pensiero, attento al contributo di tutte le fedi religiose. E al tempo stesso un partito consapevole che funzione irrinunciabile dello Stato è assicurare l’imparzialità della legge, l’uguaglianza dei diritti per ogni cittadino”…….…….“Il Partito democratico non rappresenta davvero la fine della nostra storia. Quei valori per cui la sinistra è nata, è vissuta e vive, sono più attuali che mai, più necessari che mai. Socialismo e sinistra sono parole di cui il mondo ha ancora bisogno. Parole che noi intendiamo continuare a pronunciare”.
“No, non arrotoliamo le nostre bandiere. Quelle bandiere insieme alla nostra storia le portiamo nel Partito Democratico, dove incontreremo donne e uomini che venendo da storie e culture diverse vogliono come noi battersi per un mondo libero, giusto, solidale. E vogliono battersi con noi guardando al futuro con la nostra stessa speranza, la nostra stessa fiducia, nel rispetto della nostra storia e della nostra identità”. >>
Basterebbe un po' di esercizio di memoria per recuperare un senso all'avventura "democratica" iniziata allora e che rischia di concludersi miseramente. Tocca a tutti coloro che si ritrovarono in quelle parole ( la confusione é così tanta che non so più neppure se chi le pronunciç le condivida asoli quattro anni di distanza ! ). Noi facciamo quel che possiamo e dobbiamo per il bene di questo Paese e della sua parte di gente onesta e sinceramente democratica. ( Vitaliano Serra )