sabato 5 marzo 2011

Ansia da immigrazione

In Italia la percezione generale sulla quale si alimenta la propaganda delle varie Destre è che stiamo vivendo una vera e propria emergenza sicurezza la cui causa principale è l’immigrazione. Non ci preoccupiamo più di tanto dell’invasione, spesso attraverso mezzi leciti e legali, delle mafie nel tessuto economico delle regioni del Nord; non ci preoccupiamo di chi corrompendo e facendosi corrompere sottrae ogni anno un vero e proprio patrimonio alla collettività; non ci preoccupiamo della diffusione sempre più tollerata ed accettata della cocaina tra i comportamenti di trentenni e quarantenni “ordinari”; non ci preoccupiamo dell’uso sempre più ampio di superalcolici da parte di giovani e giovanissimi e del ritorno di fiamma del tabacco; e non ci preoccupiamo nemmeno delle sofisticazioni alimentari che ci portano patologie sempre più gravi ed insidiose. Abbiamo invece paura dei clandestini, degli immigrati marocchini, albanesi e rumeni. Per colpa loro ci sentiamo in pericolo nelle nostre case. Abbiamo paura.

Ebbene, poichè è sempre utile quantificare proviamo a dare una dimensione alla presenza di stranieri in Italia ed al loro presunto "danno collaterale” ?
Innanzitutto secondo l’Istat al 1 gennaio 2009 gli immigrati regolari in Italia erano 4.4 milioni ai quali si stimava di dover aggiungere 420 mila irregolari (secondo l’OCSE i clandestini sono ancora di più e possono anche raggiungere le 700 mila unità). Sono avviati a raggiungere il 10 per cento della popolazione. E se quasi un abitante del nostro paese su dieci non è più italiano mi sia concesso di sottolineare che tanto cattivi questi extra-comunitari non debbono essere. Altrimenti, piuttosto che essere preoccupati e sentirci minacciati, ci sarebbe davvero da impazzire !!
Inoltre: un quarto di essi è di religione cattolica ed oltre la metà sono cristiani (Rapporto Ismu 2009); un buon 72 per cento lavora come personale non qualificato, conduttore di impianti, artigiano, agricoltore e operaio specializzato (Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, I trimestre 2008) e quindi in attività che generalmente gli italiani tendono sempre meno a voler fare; la quasi totalità degli immigrati adulti con regolare permesso di soggiorno è iscritto all’Inps, versa regolamente i contributi e paga un pezzo di pensione dei nostri genitori.

Non dobbiamo trascurare un problema di criminalità legato all’immigrazione ma occore analizzare bene i dati prima di poter esprimere compiute conclusioni politiche.
Un contributo molto serio è rappresentato dal Dossier Caritas/Migrantes dell’ Ottobre 2009, sviluppato a partire dai dati ufficiali Istat sul quinquennio 2001-2005. E’ interessante notare che nel 2005 rispetto al numero complessivo di denunce (2.579.124) meno di un quarto è contro un autore noto (550.590) e di quest’ultime l’incidenza degli stranieri è del 23,8 per cento. Questo è sicuramente un dato di quelli che fanno discutere e creano allarme: con una incidenza degli immigrati regolari sulla popolazione totale che nel 2005 era stimata tra il 4,4 per cento (con permesso di soggiorno) ed il 5,1 per cento (inclusi quelli in attesa di regolarizzazione), un peso così ampio delle denunce verso cittadini stranieri è assolutamente inquietante. I dati sono tuttavia riferiti a basi di calcolo disomogenee e stiamo infatti mischiando, come suol dirsi, mele con pere. Se consideriamo le sole denunce verso gli immigrati con regolare permesso di soggiorno (37.702 rispetto al totale di 130.458) otteniamo un tasso di criminalità, rispetto alle relative popolazioni complessive, per gli italiani dello 0,75 per cento e per gli stranieri regolarizzati e regolarizzandi del 1,24 per cento. Una differenza molto meno rilevante che scompare del tutto se si rapportano i dati alle rispettive distribuzioni anagrafiche delle popolazioni di riferimento e se filtriamo quei reati strettamente legati alle norme sull’immigrazione. A parità di distribuzione anagrafica avremmo un tasso di criminalità dell’ 1,02 per cento degli italiani e dell’ 1.03 per cento degli stranieri regolarizzati e regolarizzandi. 

Emerge quindi, in tutta la sua drammaticità, il problema degli stranieri non regolarizzati e della clandestinità. Non solo abbiamo effettivamente un’incidenza alta di denunce e reati ma ovviamente sono proprio gli irregolari le principali vittime dello sfruttamento e del lavoro nero.
E’ assolutamente necessario individuare formule efficaci di lotta alla clandestinità. Formule che prevedano anche l’espulsione, ove necessario, ma anche dure pene per coloro che, soprattutto italiani, favoriscono l’immigrazione clandestina e traggono da essa beneneficio. Assolutamente inutile, se non controproducente, è chiedere ai medici del Pronto Soccorso di denunciare i clandestini. Assolutamente fuorviante concentrare l’attenzione sui barconi di disperati se pensiamo che il 64 per cento degli immigrati clandestini arriva con un visto o un permesso che poi scade, il 23 per cento attraversa le frontiere senza autorizzazioni e solo il 13 per cento sbarca sulle coste (dati del Ministero degli Interni 2006). Di questi ultimi oltre la metà sono richiedenti asilo o meritevoli di protezione umanitaria.

Nessun commento:

Posta un commento